(Terzigno NA, 1929-2006) Icona dell’arte contemporanea, conosciuto meno come scultore, dedica la propria esistenza di uomo e di artista alla pelle della pittura. Comincia il proprio percorso con collages di foglie disseccate e costruendo ritratti attraverso le modulazioni cromatiche. Seguono le ricerche materiche con l’impiego di pietre e minerali raccolti alle falde del Vesuvio, dei quali si serve per concretizzare delle figurazioni. Il suo senso del rischio e della libertà lo portano prima a Roma dove intensifica la sperimentazione con tele di sacco per le opere e dove, il cinema e la moda si interessano alla sua attività, in quel periodo collabora con Fellini e disegna modelli e stoffe per lo stilista Schubert.
Ancora molto giovane si trasferisce negli Stati Uniti, dove frequenta con assiduità gli studi di Pollock e Rothko: dal primo apprese la libertà del gesto creativo, il secondo invece ne influenzò colori e trasparenze. Tramite Giulio Carlo Argan, suo prezioso amico ed ammiratore, conosce la sperimentazione materica di Lucio Fontana, inizia a togliere piuttosto che aggiungere, unico modo per arrivare all’essenzialità. Elimina il colore privilegiando la sola tela, successivamente, la detesse, sottraendo per intravedere dietro di essa lo spazio non più “morto” ma partecipe al quadro. È questo il processo che porta alla creazione di tele dalla forte emozionalità astratta, un’arte che è segno, gesto e non parola. La consacrazione definitiva ed ufficiale giunge anni dopo con la Biennale di Venezia, il Metropolitan Museum di New York, gli Uffizi di Firenze, il Palazzo Reale di Napoli. Le sue opere, sia di pittura che di scultura, sono inserite nelle più importanti raccolte d’arte contemporanea sia pubbliche che private.