Salvatore Emblema fin da giovanissimo dipinge ispirandosi alla natura che lo circonda, pronto a carpirne l’essenza, utilizzando gli elementi naturali per produrre colori e atmosfere. La sua storia è caratterizzata da una serie di eventi dal sapore letterario: nel 1954 il suo amico Ugo Moretti, poeta e scrittore, lo presenta a Monsignor Francia, che in quegli anni era la mente dei Musei Vaticani. Questi, entusiasta delle opere di Emblema, le mostra a Papa Pacelli (Pio XII) che gli commissiona un suo ritratto, poi pubblicato sulla copertina della “Settimana Incom” e acquistato dai Musei Vaticani per cinquecentomila lire. Lo stesso anno Emblema espone a Roma l’opera Capuzzella presso la galleria La Vetrina di Chiurazzi. Il dipinto, raffigurante una testina adorna di foglie secche, era eseguito con l’innovativa tecnica della fullografia. Rimarrà folgorato dall’opera, un giorno di passaggio a Roma, Rockfeller in persona. Da qui inizia l’ascesa dell’artista. Nel 1956 arriva a New York, ricevuto dal magnate con tutti gli onori. E qui conosce i suoi artisti più amati: Mark Rothko e Jackson Pollock. Altro incontro determinante avviene a New York con Giulio Carlo Argan che ne apprezza da subito le doti artistiche. Argan gli pone un problema, raccontando l’esperienza di Lucio Fontana che taglia la tela, affermando la necessità di rendere protagonista lo spazio. Nel 1965 l’artista torna definitivamente in Italia, le sue risorse economiche sono esigue, motivo che lo porta a usare tela di sacco per dipingere. Torturato dalle parole di Argan “far vivere lo spazio dietro la tela”, Emblema trova la sua idea: sfila la tela, in pratica la detesse, e mostra un piccolo quadro sfilato ad Argan che ne rimane entusiasta.
Comincia così il felice periodo pittorico della detessitura, che unita all’unicità dei colori sviscerati dalla sua terra amata, fa di Emblema il maestro che oggi conosciamo. Nel 1969 Argan gli propone l’insegnamento in alcune Accademie di Belle Arti. Ma il pittore non accetta e si rifugia a Terzigno con i suoi dipinti, la sua natura e il suo Vesuvio. Nel 1981 a Cesena, durante la mostra al Palazzo del Ridotto, Argan sceglie un ritratto per la Galleria degli Uffizi, dove ancora viene conservato in collezione permanente. Dal 1972 al 1994 le grandi mostre dell’artista avvengono in prestigiose sedi delle maggiori città italiane. Nel 1982 partecipa alla 40ma Biennale di Venezia, mentre a New York il curatore del Metropolitan Museum, Philippe de Montebello, acquisisce cinque tele per la collezione. In quegli stessi anni anche il Museum Boymans Van Beuningen di Rotterdam espone e acquisisce alcune sue opere.
Emblema muore nel 2006 a Terzigno.